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Panini alle noci e cabina del telefono

Il primo giorno di lavoro, al rientro dalla maternità, mi hanno convocata nell’ufficio ‘informatica’. Vengo accolta da larghi sorrisi e sguardi compiaciuti e mi comunicano che sono fra gli eletti che hanno diritto al ‘nuovo’ telefono aziendale. Guardo il mio Nokia 1670 (perchè in quell’anno fu probabilmente prodotto) e sono sollevata all’idea di non doverlo più nascondere a causa dello scotch che lo tiene insieme a stento e dello schermo frantumato. Uno dei ragazzi sfodera una sorta di Ipad nuovo fiammante dalla scatola e mi dice fiero: ”Ecco, il tuo nuovo telefono”. Lo prendo con due mani, una non basta, e lo guardo. Bello, eh! Un tantinino ingombrante, forse. ”Eh, diciamo pure che serve la borsa del PC per portarselo dietro, però le prestazioni sono davvero ottime, se trovi il tasto per accenderlo”. Molto bene. Aggiunge poi: ”La fodera è a nostro carico e ti consiglio di comprarla, perchè è così grande, che è facile che lo schermo si rompa”. Una domanda mi sorge spontanea: ”Scusa, nostro nel senso che siamo un’unica grande famiglia quindi …

Tarallini e cavolate

Sabato sera ho cenato a casa mia insieme alla mamma. Fra era uscito con amici. Mi ha raccontato domenica mattina che quando è arrivato, io dormivo come un sasso sul divano e che appena ha provato a svegliarmi, ho cominciato a farfugliare che ‘doveva svegliare un’altra categoria di surgelati e che io non ero in target’. Pare inoltre che io abbia citato specie vegetali per tutta la notte, rigirandomi nel letto mezza vestita. Ok, forse l’Amarone portato dalla mamma ha fatto la sua parte, però ho veramente ‘l’ansia da surgelato’, che esprimo anche nel sonno. Sono nella fase centrale del progetto, sto obiettivamente lavorando come una pazza, facendo le 21 tutte le sere e non riuscendo assolutamente a staccare il cervello dal lavoro, perchè tutto è o urgente, o in ritardo o in urgente ritardo. Attualmente sto cercando alternative di nomi per i vari prodotti, verdure e verdure miste di ogni tipo. Un  mix col cavolfiore mi perseguita e proprio non mi viene in mente un bel nome da affibbiargli. ”Gran cavolata” mi era parso …

Panini con lievito liquido (gatti, ospiti, fidanzati e altri animali…)

Ok, inutile che mi sdilinquisca in scuse varie, vi spiego direttamente perché sono sparita per 2 settimane:  sto ospitando un amico, oltre al fidanzato che ormai sta qui almeno 6 giorni alla settimana. E’ qui da 15 giorni circa, un tipo super indipendente, talmente pieno di impegni mondani che non lo si vede molto in giro per casa, di nessun disturbo insomma. Capita però che il fidanzato si ammali e l’amico pure. Tutti e due con la febbre a 39, vagabondanti per casa per 3 giorni. Ho fatto del mio meglio per accudirli a distanza (ovviamente l’amico se la cavava alla grande da solo, mentre il fidanzato aveva molto, molto bisogno di spiegarmi punto per punto cosa gli dolesse maggiormente), correndo a fare la spesa per avere qualcosa di adatto da offrire ai malati: ovviamente il fidanzato aveva una precisissima dieta consigliata dal medico, che non prevedeva nulla di quanto presente nel mio frigo. Preparate cene a base di riso in bianco e pastina, che mi sono auto-somministrata per celerità organizzativa – e cercando di …

Un brunch in coppia (e capire gli uomini nel profondo)

Ieri pomeriggio ho accompagnato l’amico speciale all’Ikea. Lui con 146 € ha arredato mezza casa, io con 46 € ho comprato le solite 60 candele alla Vaniglia che si aggiungono alle 60 alla Cannella che già avevo (ah, anche presi i tovaglioli colorati in offerta, verde pastello mi mancavano.. prese le patatine, perfette per la mia dieta, mmm, già). Nonostante le due ore di cammino tra divani, salotti e ricostruzione di case di 20 mq con cucina, bagno, salotto in camera da letto e cabina armadio compresi, non siamo riusciti a scegliere le lampade perché tra quelle offerte non c’era proprio una plafoniera che ci convincesse. Ancora a metà giro e troppo spavaldamente, ho detto: ‘Tranquillo, al LeRoyMerlin le troviamo di sicuro!’, scordandomi subitamente questa affermazione. Abbiamo pagato che ormai erano le 19,  mi sono infilata in macchina dopo averla caricata (insomma, assistendo il caricatore ufficiale, diciamo) sudaticcia e stanca morta e molto provata per aver rinunciato agli hot dog, alle polpette svedesi e al salmone marinato, e pregustando doccia tiepida, incremata generale, cenetta, divano e tv. …

‘Sedere’ sul prato (e Danubio)

Ieri sono stata ad un evento per me assolutamente eccezionale: un pic-nik. Giuro che avevo il sedere appoggiato sull’erba, cosa che non mi capitava da almeno 20 mesi e nessun senso di disagio. Io e la natura siamo come me e la palestra. Nel verde vedo enormi insetti ovunque, quando sotto i piedi non trovo asfalto, parquet o piastrelle, li vedo che mi vengono incontro brandendo dei coltelli tra i denti e minacciandomi con le loro zampine.  Poi arriva l’orticaria… mi gratto da tutte le parti, mi arrosso, mi si scolla la pelle, lasciando lo strato sotto pronto per l’ustione solare che ne segue immancabilmente. Ecco, questa sono io in campagna, senza contare che vorrei lavarmi le mani ogni 5 secondi, mi scappa la pipì, ho sete e ho la tenuta radical-city ovviamente sbagliata per l’occasione (bolle ai piedi, maglia di Patrizia Pepe rovinata dall’erba, tanga che mi taglia in due… cosa? Ovviamente il sederone appoggiato sul prato). Invece ieri: MAGIA! Niente orticaria, niente insetti minacciosi, niente vestiti scomodi, niente sete. Fame sarebbe stato impossibile …