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Parigi, amici, blogger e bambini (e Biscotti Cavolosi)

I biscotti nella foto li ha fatti Daniela. Ed erano … cavolosi!!! A Parigi è stato tutto divino (anche molto di-vino, onestamente). Ho conosciuto la blogger più nota del mio mondo e la sensazione è stata stupenda: una ragazza con enormi occhioni azzurri aperti e spontanei, simpatica e ironica, talmente ‘normale e diretta’, da sembrare ‘irreale’. Vabbè, sono davvero troppo entusiasta, di lei e dell’incontro con ragazze e donne fighissime! Si, credo sia valsa la pena di essere abbandonata, se quello che ho potuto trovare dopo è stato (e spero sia sempre) così ricco e denso. Credo che valga la pena di trovarsi soli all’improvviso per poter vivere il mio ultimo week-end. Oltre alle ragazze conosciute grazie a Sigrid, sono stata coccolata (sii, le coccole!) dai miei amici di Parigi – Paola, Ste e Saretta, love u! – e a conclusione di tutto ho conosciuto Gaia, una pulcetta di 2 giorni, figlia di una cara amica di infanzia. Guardando la bambina mi chiedevo come fosse possibile averla in braccio, ricordando nello stesso istante sua madre …

Lily la tigresse (con regali di cioccolato )

Quando non hai una forma ed una dimensione precise, spesso tendi ad invadere lo spazio degli altri. Vero. Così come, quando non sai bene chi sei, ti cali in parti diverse da te, andando a tentoni e per imitazione o improvvisando al momento. In ogni caso, se agisci corri il rischio di sbagliare, se stai ferma sbagli a prescindere. Mi capita adesso di essere da alcuni considerata Lily la tigresse. Una cacciatrice di uomini molto pericolosa e, diciamocelo, pure un po’ mignottella. Ma ecco, se penso al ragazzo che rimpiangeva la ex con una trota in mano, se penso a chi ha scoperto di avere moglie e figlio proprio a cena con me (Uh! Guarda te!), se penso a quello che si è scandalizzato perchè ho convissuto senza essere sposata, mi rendo conto di una cosa: la vittima sono io e l’assurdo è sempre in agguato. Una Lily tigresse avrebbe collezionato i connotati delle proprie vittime e li avrebbe esposti insieme ai trofei sportivi (l’unico premio sportivo che ho è quello di ‘lancio del peso’ …

Cioccolatini per sentirti vicina (a qual-cosa)

Mi protendo verso qualcosa, mi dirigo avanti e cammino dritta. Tento di abbandonare la razionalità ed il cinismo (ogni tanto), ma non ci riesco, quindi vittoriosa spero di fare il meglio per me e di scegliere le cose giuste, di avere tutto sotto controllo, mentre la sera mi pongo le solite domande e mi abbraccio le ginocchia. Governo la mia vita in modo che abbia senso, che produca qualcosa. Il fatto è che che in 3 righe ho detto 2 volte ‘qualcosa’. ‘qualcosa’ cosa? ‘qualcosa’ chi? Perchè a volte la sensazione, in tanta precisione e attenzione è che questo ‘Qualcosa’ non abbia né un dove, né un come. Insomma, la paura è che di questo ‘qualcosa’ potrei tranquillamente fare a meno  e che potrei lasciarmi trascinare ‘altrove’. L’isola che non c’è è stata sicuramente pensata da chi ne aveva piene le scatole dei ‘qualcosa’ e io, almeno questa sera, vorrei andare da quelle parti e smettere di farmi domande sui minimi sistemi (perchè spero che i sistemi massimi, si occupino di ben altro che dei …

Torta ai lamponi e post happy dinner (with friends)

Eccomi. Quando ho scritto di essermi abituata a stare da sola nel mio appartamento? Nel futuro? Di ritorno da una ridente cenetta con amici, dopo aver messo in borsetta le partecipazioni della coppia che si sposerà in giugno. Che divertente! Decidiamo anche il nome dei bambini, già che ci siamo?  Tra l’altro tutti amici del vile, anche se il trend attuale è che la vittima sia io, quindi un po’ di beata comprensione nei miei confronti la usano per forza. Altro dramma della mia relazione col vile: che lui fosse un vero stronzo tutti han sempre cercato di non vederlo, me compresa. Adesso è talmente ovvio, che nemmeno con il culo intero di un prosciutto appoggiato sulla faccia sarebbe possibile non farci caso. Ho portato la mia migliore produzione di pasticcini, una torta di mandorle e lamponi ed ho raccattato la mia conversazione settimanale con altri single, alcuni ti guardano dall’alto, altri dal basso. Non credevo che l’essere single fosse socialmente discriminante, invece lo è! Un po’ per auto-costrizione, un po’ perché gli accoppiati usano …