Il patè della zia (e censura)
Vabbè, io volevo raccontare del primo Natale passato con i miei suoceri, sinceramente ne valeva la pena, ma sono stata censurata! Il fidanzato è stato molto chiaro: il blog resterà per sempre on line, il blog è raggiungibile da tutti, la rete è pericolosa, tutto il mondo è paese, prevenire è meglio che curare, gli ultimi saranno i primi etc… E’ anche vero che ‘non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire’ (cioè me) e quindi: ve lo dico, io sono sopravvissuta a stento! Il prossimo Natale me ne vado in Tibet e scelgo il cuccuzzolo più alto del luogo più isolato che possiate immaginare (che no, non è casa loro, in questo caso). Aggiungo per onestà intellettuale che anche la mia famiglia è piuttosto pittoresca, amabile e allegra eh, ma incredibilmente numerosa (quindi munita della sua buona percentuale di pazzi, nevrotici e malati immaginari). Il risultato è che alla fine di queste feste, avevo gli occhi lampeggianti come le lucine dell’albero e altre cose che giravano vorticosamente come le palline. Devo infine ammettere …