Devo dire che io sono molto fortunata in quanto a colleghi e capi. Si va tutti d’accordo e c’è una buona atmosfera in ufficio, al punto che spesso e volentieri si esce tutti insieme anche nel tempo libero. E’ vero però che conviviamo in 15 in un open space, che per quanto grande, resta pur sempre open, con tutti i limiti che questo comporta: prenotare visite ginecologiche e cerette all’inguine davanti al tuo capo maschio, ascoltare telefonate di ore di un collega con fortissima R moscia (come avere una rana gracidante appoggiata sopra la spalla), sopportare lo ‘sbattio’ dei tasti del pc di una collega che sulla tastiera riversa quotidianamente tutta la sua aggressività (meglio sulla tastiera che su di me, ma che trivella!). L’altro giorno, sarà che ero nervosa, sarà che effettivamente la situazione stava degenerando, la più rumorosa dell’ufficio ha davvero rischiato le penne, anche se tutto si è concluso in una risata fragorosa. Si tratta di una delle responsabili (non mia :) che avendo un tavolo di prestigio separato da tutti noi altri, ma che le impedisce di vedere la parte ‘open’, passa la giornata a chiamare i suoi, urlandone i nomi INCESSANTEMENTE e interagendo tipo megafono: BB: ‘Luca! C’è Luca? Puoi venire un attimo?’ e NOI: ‘B, Luca è fuori ufficio’. BB: ‘Ok, Marco, c’è Marco? Marco guarda che la ponderata della scarola è sbagliata, vieni qui che controlliamo insieme i numerini! Marco?… Marco?’ e NOI: ‘B, Marco è fuori a parlare con un fornitore’. BB:‘Accidentolina, allora mi serve Paola, c’è Paola? Paola? Paola? Hai guardato le ponderate? Qui è tutto sbagliato!’ PAOLA: ‘B, quel prodotto lo segue Marco, che è fuori, non so che numeri ti abbia passato’. BB:‘Cavoli! E adesso? Marco? C’è Marco?’. Ragazzi, non ho retto, al diciannovesimo ‘Marco, c’è Marco’ ho risposto IO: ‘Stai un maledetto secondo zitta?!’ E LEI, che poi è una donna super intelligente e di spirito: ‘Hai ragione, Mari, scusate. Scusate…. lo so… come si può fare… uso il telefono? Si, grande idea, non urlo più, vi chiamo al telefono’.
Silenzio, pace, pace, silenzio.
BB (urlando): ‘Marco, sai qual è il numero interno di Luca?’
ARROSTO ALLE PRUGNE
1 arista di maiale da circa 800 gr
1 bicchiere di Porto
Una ventina di prugne secche senza nocciolo (io le ho denocciolate con un coltellino)
1/2 bicchiere di latte
1 bicchiere di vino bianco
2 spicchi di aglio
salvia e rosmarino
sale e olio evo
Ho preparato la carne: l’ho lavata e asciugata con un telo da cucina e l’ho steccata con uno spicchio d’aglio e 5 prugne, incidendola in zone diverse con un coltello e infilando l’aglio e le prugne spingendoli bene all’interno della carne. Per la legatura dell’arrosto vi rimando a qui. In un tegame capiente ho soffritto l’altro spicchio di aglio con l’olio e le erbe aromatiche, stando attenta a non bruciarle. Ho aggiunto la carne e l’ho cotta a fuoco vivissimo su tutti i lati, comprese le due estremità per una ventina di minuti in tutto, finchè non si è formata una bella crosticina su tutta la superficie. A questo punto ho sfumato con il vino bianco, sempre a fiamma vivace e ho lasciato cuocere fino ad assorbimento. Ho abbassato poi le fiamma al minimo e poi ho aggiunto le altre prugne, che precedentemente ho fatto ammollare per qualche istante nel Porto e che poi ho strizzato. Ho versato anche il latte, coperto il tutto e lasciato cuocere per un’ora e mezza. Alla fine ho salato l’arrosto e l’ho lasciato raffreddare, dopo averlo prelevato dalla pentola. Ho frullato la salsa ottenuta nella pentola. Essendo dolce ho preferito servirla a parte, in modo che ognuno potesse scegliere quanta usarne (in realtà è stata molto apprezzata e molto spazzolata :) Di solito, una volta che la carne è ben fredda la affetto e la riscaldo in una padella cosparsa con un velo della salsa oppure in un piatto appoggiato ad una pentola con acqua in ebollizione. La salsa la riscaldo tranquillamente in un pentolino, avendo cura di allungarla con un po’ di latte, qualora risultasse troppo densa.
Io e te dobbiamo assolutamente iniziare a frequentarci! MARI… MARI… MARIIIIII… :-)
Mari, che “capa” simpatica avete..! Mi ricorda qualcuno ma ora non mi viene più in mente, invece la carne mi ricorda che in casa è uno dei piatti più gettonati, peccato che serva del tempo e la riservo sempre solo alle domeniche. E le prugne, per di più sono anche tattiche ;) ne terrò conto
grazie!! bacione grandegrande BUON WE!
ahahahaha per fortuna (o forse no) non sono ancora entrata nel mondo del lavoro (aparte qualce lavoretto estivo) ma quando inizierò ti farò sapere come é la situazione da me … spero però di non poterti parlare di “open plan” ma di “open mare” ahahahah ..sai essendo biologa marina :) però tutto sommato non sembra andare troppo male da te! buono questo arrostino ..muchos originalos..me piase me piase! un grosso baci e buon we!
eh si…quanta pazienza Mari…….io col mio carattere avrei sbottato moooolto prima.
Ottimo il tuo arrosto, è da molto che vorrei provare quato accostamento…
Buon fine settimana…dai, oggi è sabato, wow!
Mi sa che ‘ste poderate della scarola devono essere roba seria!!!
Se non fossi stata presente crederei che stai esagerando ma purtroppo x noi il racconto e’ molto realistico ed altrettanto esilarante! Per info ho appena mangiato in un posto ad Alba di cucina supercasalinga e sto x esplodere! Mi servirebbero le tue prugne!
bè adesso vorrei sapere cosa significa “ponderata della scarola”…è il minimo!!:-) sei fortuna a lavorare in un ambiente così…io lavoro nella “foresta dei pugnali volanti” ,(come il titolo di quel film bellissimo) soprattutto del modello “nella schiena” :-) vabbè…il tuo arrosto mi ispira ma vorrei sapere cosa ne pensa anche marco :”marcooooo” marcooooo” qualcuno mi chiami marcooooooo”!!!!! bacissimi
ahahahahahah non ce la faccio a smettere! Bellissima la scenetta!! condivido co laroby cos’è sta benedetta Ponderata della scarola????? ;)
Visto che domani è domenica e lavoro comunque, e che se penso alla domenica e al pranzo della domenica l’arrosto è perfetto.. ne prendo qualche fetta?! ;)
Vevi :)
Non so se sia una fortuna essere in un ufficio piuttosto che in un open space, perchè con 8 persone che a turno entrano ed escono da una stanza di 10mq (o forse meno), con un solo telefono (che significa sentirti il fiato sul collo del collega che deve prendere la cornetta) e la vicina di scrivania che “zappa” sui tasti del computer, l’unico momento di quiete è la mattina alle 7 quando non c’è ancora anima viva a parte le signore delle pulizie! Non sono portata per gli arrosti ma quella salsina con le prigne mi stuzzica un sacco. Un bacione, buona domenica
vivendo in un open space ti capisco, a volte odio persino il mio vicino di scrivania che ‘pesta’ i tasti…ma c’è di peggio…io quando faccio le cazziate :D
l’arrosto ottimo lo faccio anch’io col cuore di prugna :P
buona settimana
E quando sono al telefono con qualche cliente e di sottofondo c’è la cagnara dei miei colleghi che urlano parolacce tra di loro? hai tutta la mia comprensione.
Camy
UCCIDILA. che pazienza che hai… io le avrei già tirato un pugno!!!
Per fortuna che ti puoi consolare con questo gustoso arrosto.
Baci baci, Chiara
Oh mammasaura che roba allucinante!!!
Un baciotto e rubo la ricetta, ciao a presto :D :)
Certo che deve essere davvero un open space coi fiocchi, il vostro :D
Ma la domanda che io mi sto ponendo in questo momento è… l’arrosto l’hai controllato con l’I-grill?! ;)
Bacioni, mia cara…
Non so se te l’ho già detto, ma il tuo blog mi piace proprio un sacco.
barbara
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